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LETTERA AL PRINCIPINO

Caro Marchisio,

Ho passato tutta la mia adolescenza ed infanzia a credere ed idolatrare le tue capacità calcistiche fuori dall’ordinario, a vedere i tuoi tagli, i tuoi controlli, le tue esultanze omaggiato dalla folla festante e anche i tuoi dolori. Non ho mai pensato per un secondo, nemmeno uno che quella maglia che portavi con onore ed orgoglio in campo si sarebbe mai staccata dalla tua pelle già a tinte bianconere. E quella stessa maglia, che ti ho visto tante volte indossare come se fosse la corazza di un principe, l’ho appesa autografata in camera mia per ricordarmi sempre cosa vogliano dire i valori nella vita prima che nel calcio. Memore di quei giorni, di quelle giocate e di quelle emozioni, sento la necessità fisica di scriverti perché abbandonato da quelle certezze che prima mi accompagnavano ma che ora sono solo ricordi. Nell’arco di pochi anni, tutto è cambiato perché non cambiasse niente, ma certi stravolgimenti sono stati destabilizzanti: la Juventus, la tua Juventus, quella che hai difeso strenuamente, che hai portato sulle vette d’Europa come se fosse la tua fedele compagna, ora sembra essere una squadra di calcio e niente più, non una famiglia, non una casa, ma mero business. Le uniche bandiere che ci sono sventolano ma seguendo la fugacità e direzione del vento, anche quei pilastri che credevi incrollabili come Buffon, scelgono a volte la via più facile ed andare al PSG per poi tornare sui propri passi non è stata una scelta felice. Gli unici due uomini che ho visto nel recente passato onorare a spada tratta i colori per cui giocavano, senza mai rinnegarli e con la consapevolezza di non vivere una vita normale ma un sogno coronato, siete tu ed il solito Daniele De Rossi, due eroi inconsapevoli vissuti purtroppo all’ombra di altre leggende dei rispettivi club come Del Piero e Totti.

Bastano questi 4 nomi non più presenti nelle nostre domeniche a dare la dimensione dello spaesamento che stiamo vivendo nel calcio moderno.

Tanti nomi si affastellano e si susseguono come numeri della lotteria, tanti paragoni impropri, idolatrie insensate per giocatori ancora acerbi e carriere rovinate da gravosi infortuni per una macchina che per funzionare chiede in sacrificio tanti legamenti. Guardandosi in giro non c’è più un centrocampista moderno come lo eri tu, uno in grado di coniugare le caratteristiche offensive di Lampard, la cattiveria tecnica di Gerrard e l’eleganza che è diventata archetipo di Marchisio stesso.

Quanto mancano quelle giocate nello stretto, quei destro-sinistro fulminei come quando regalasti a Ciro Ferrara una vittoria insperata contro gli acerrimi rivali nerazzurri, quei tiri a volo (quello contro il Parma all’esordio con Conte resta un capolavoro da museo) e quella mesta esultanza, sempre contenuta e rispettosa nei confronti degli avversari ma che trasudava emozioni e gioia, ossigeno per i tuoi tifosi. Tutto questo manca oggi, praticamente manca Marchisio al calcio moderno, manca un uomo che sappia credere in un sogno, che lo voglia anche vivere e lottare per questo. Mancano giocatori tecnici, forti ma anche umili che accettano la panchina senza mai una parola fuori posto perché il bene della squadra è più importante, perché l’utile a volte viene prima del bene (come direbbe Il principe machiavellico), uomini che in silenzio recuperano da infortuni gravi e tanto in silenzio zittiscono, con un solo piatto, una curva assatanata come quella del Sanchez Pijuan. Manca la tua calma e il tuo altruismo, quante volte in campo hai fatto assist quando tirare era la via più facile e ora fuori dal campo ti prodighi in iniziative umanitarie...

Il calcio non è più lo stesso da quando il principino non scende con la sua immancabile 8 a strisce bianche e nere, e mentre penso a tutto quello che è stato e difficilmente sarà o potrà essere ancora, nel mentre posso solo ringraziarti per le belle emozioni che mi hai fatto provare e per il bel calcio ed i valori che mi hai fatto vedere (anche quando per un anno sei migrato ad Empoli solo per temprarti per una sfida eccitante e piena di soddisfazioni con la Juventus).

Ciao campione, spero di rivederti presto in campo anche solo per intervistare qualche tuo ex-compagno.

Prima di tutto, un tuo fan a prescindere dai colori sociali,

Stefano Coropulis

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